Oggi voglio portarti in uno dei luoghi più suggestivi di Genova: Villa del Principe. Varcare l’ingresso di questo splendido palazzo significa immergersi in un’isola di silenzio e pace, lasciandosi alle spalle il caos della città. Un’occasione per rivivere i fasti del “siglo de Los Genoveses”, quando Genova era una delle città più importanti e ricche d’Europa.
Costruita per volere di Andrea Doria, Grande Ammiraglio al servizio di Carlo V imperatore di Spagna, questo palazzo rispondeva non solo al desiderio del Principe di mostrare la potenza della propria famiglia, ma anche a quello di inserire Genova nel circuito delle grandi corti italiane e straniere, aprendo al tempo stesso la città alle novità artistiche del rinascimento.
La storia di Palazzo del Principe
Simbolo della grandezza di Genova, l’edificio si rifà al modello architettonico della villa porticata ellenistica-romana. I lavori iniziati a partire dal 1521, vennero portati a termine tra il 1529 e il 1533 da Perin del Vaga, allievo di Raffaello, rifugiatosi in Liguria dopo il saccheggio di Roma del 1527. A Perin e alle sue maestranze si deve la gran parte degli affreschi che ricoprono gli interni della villa. Dopo la morte dell’Ammiraglio, il nipote Giovanni Andrea I affidò a Giovanni Ponzello la costruzione di due nuove ali e delle logge a mare.
Originariamente l’edificio era circondato da grandi giardini che dal mare attraverso una sequenza di terrazze risalivano la ripida collina di Granarolo. La sistemazione dei giardini fu modificata a partire dal Seicento, con la costruzione delle mura a mare che allontanarono il palazzo dalla linea di costa. Nell’Ottocento, i giardini geometrici all’italiana vennero sostituiti dai tipici boschetti dei giardini all’inglese, secondo il gusto romantico dell’epoca. Ma pochi decenni dopo, la costruzione della linea ferroviaria causò la distruzione dei giardini settentrionali. In questa occasione lo stesso edificio rischiò di essere demolito per lasciar spazio alla realizzazione di una stazione ferroviaria.
Nel corso del XX secolo, infine, con l’allargamento di via Adua, la costruzione della Stazione Marittima e la realizzazione della strada sopraelevata, la villa ha perso la sua primitiva connotazione di dimora suburbana, venendo meno il contesto ameno che un tempo la circondava.
Ospiti e visitatori illustri
Costruita al di fuori delle mura urbane, era qui che, lontano dagli intrighi del Maggior Consiglio, Andrea Doria trovava pace e riposo al ritorno da ogni battaglia. Considerato come l’unico principe che la Repubblica di Genova abbia mai avuto, in questa splendida villa trasformata in “corte rinascimentale”, insieme alla moglie Peretta Usodimare, accoglieva i più importanti artisti, da Girolamo da Treviso al Beccafumi, dal Pordenone a Silvio Cosini, e le più importanti personalità politiche dell’epoca.
In questa dimora infatti, soggiornarono, nel 1529 e nel 1533, Carlo V e, nel 1548, il figlio Filippo II, che in queste occasioni la elevarono a corte imperiale. Nei secoli Villa del Principe ha continuato a ospitare personaggi illustri: da Napoleone Bonaparte a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, da Ferdinando di Borbone, re delle Due Sicilie, al poeta John Milton e al compositore Giuseppe Verdi.
La villa oggi
Ancora oggi la villa è di proprietà degli eredi dell’Ammiraglio: i principi Doria Pamphilj. Proprio a loro si devono gli importanti lavori di restauro, che dopo un lungo periodo di decadenza, iniziato con il trasferimento della famiglia a Roma nei primi anni del Settecento, hanno avuto il merito di riportare l’edificio e i giardini all’antico splendore.
Ingresso e visita a Villa del Principe
L’accesso principale è in piazza del Principe, da un ingresso che a prima vista potrebbe quasi passare inosservato. Entrando si attraversa subito un chiostro con un doppio loggiato, aperto sul giardino all’italiana, che conduce fino all’atrio del piano terra; atrio decorato con affreschi che raffigurano le storie dei sette Re di Roma e scene di Trionfo, allegorie delle imprese di Andrea Doria. In origine si accedeva a questo ambiente da via San Benedetto, dove si apre un portone realizzato dallo scultore Silvio Cosini su progetto di Perin del Vaga, con un timpano curvilineo sul quale lo stemma dei Doria figura tra due grandi sculture allegorie della Pace e dell’Abbondanza.
Dall’atrio, attraverso uno scalone con soffitto decorato a riquadri geometrici e grottesche a imitazione di quelle della Domus Aurea, si sale al piano nobile. Queste decorazioni tanto lodate dal Vasari e nascoste da semplici cornici geometriche in occasione del soggiorno di Napoleone, sono state riportate alla luce grazie a un recente restauro.
Il piano nobile
Il piano nobile è diviso in due appartamenti, quello di Andrea Doria a ponente e quello della moglie Peretta Usodimare a levante. Qui le sale sono disposte secondo il modello borgognone dei filtri gerarchici adottato a corte da Carlo V, che permette l’accesso ai saloni in virtù del rango dell’ospite fino ad arrivare alle stanze private del Principe, dove l’ingresso era consentito solo su personale invito.
Caratteristica principale delle sale sono i numerosi affreschi a soffitto, che negli ambienti destinati a funzione pubblica celebrano le analogie tra Genova e Roma antica, esaltando il ruolo pacificatore di Carlo V e Andrea Doria.
L’appartamento del Principe
La visita a Villa del Principe inizia proprio dall’appartamento del Principe: un susseguirsi di stanze affrescate e adornate con mobili d’epoca e opere d’arte di grande valore.
La loggia degli Eroi
La visita al primo piano ha inizio dalla Loggia degli Eroi. Aperta sul giardino aveva la funzione ingresso agli appartamenti di Andrea Doria e della moglie Peretta Usodimare.
La superbia dell’apparato pittorico che ricopre ogni superficie di questo ambiente, a differenza delle stanze interne dove le pareti erano destinate ad accogliere la preziosa collezione di arazzi del Principe, consentiva da subito all’ospite di comprendere la potenza e il prestigio dei Doria. Alle pareti sono rappresentati i ritratti di dodici membri della famiglia in vesti di guerrieri romani (tranne uno in abiti moderni), ben riconoscibili dallo stemma dell’aquila nera su campo oro presente sugli scudi. Mentre negli ottagoni delle volte, circondati da raffinatissimi stucchi, sono raffigurati degli episodi di sacrificio per amore della patria.
Sala della Carità Romana
Varcata la soglia dell’appartamento del Principe, entrando nelle stanze destinate alla vita pubblica, la prima sala che si incontra è quella della Carità Romana, anticamera del Salone dei Giganti, con la funzione anche di sala da pranzo nelle occasioni di minore importanza. Nella volta, Perin del Vaga raffigurando l’episodio della Carità Romana (storia di un anziano padre condannato a morte per fame, salvato dalla figlia allattandolo attraverso le sbarre della cella), esalta i temi della generosità e dell’ospitalità.
In questa sala vi sono anche alcuni cartoni preparatori per gli arazzi della Battaglia di Lepanto e un esemplare del Toson d’oro, onorificenza assegnata dai re di Spagna ai Doria.
Salone dei Gigante
Il Salone dei Giganti è una delle sale più importanti dell’intero complesso, il luogo dove si tenevano feste e ricevimenti e dove, in occasione dei soggiorni di Carlo V, venne collocato il trono dell’imperatore.
La volta affrescata da Perin del Vaga, ispirandosi alle pitture di Raffaello, Michelangelo e Rosso Fiorentino, rappresenta una maestosa scena di Giove mentre folgora i Giganti ribelli, allegoria dell’imperatore Carlo V trionfante sui suoi nemici. La scena è incorniciata da decorazioni in stucco che riprendono quelle della Domus Aurea, mentre nelle lunette sottostanti sono rappresentate figure di divinità marine e fluviali.
Su una delle pareti è collocato un imponente camino in marmo di Carrara e pietra nera di Promontorio, disegnato anch’esso da Perin del Vaga, con in rilievo l’immagine di Prometeo che dona il fuoco agli uomini.
In questa stanza sono presenti anche un ritratto di Andrea Doria in età avanzata, un dipinto del cane Roldano di Aurelio Lomi, donato da Filippo II a Giovanni Andrea I in segno di riconoscenza per la lealtà dei Doria alla Spagna, e due dei più preziosi arazzi del Quattrocento. Grandi poco meno di quaranta metri quadrati, questi arazzi raffigurano episodi della vita di Alessandro Magno modello di virtù politica e morale.
Sala di Perseo
Utilizzata come camera da letto durante i mesi invernali, deve il suo nome agli affreschi che nelle lunette raccontano la storia di Perseo. L’eroe capace di ristabilire la concordia nonostante le dure prove affrontate, rimanda ad Andrea Doria pacificatore di Genova. Nella stanza vi è anche un dipinto del Bronzino, che ispirandosi al David di Michelangelo mostra il Doria in nudità eroica, con volto idealizzato e lunga barba ondulata che ricorda l’immagine di Nettuno.
Sala dei Sacrifici
Usata come camera da letto, qui Perin dipinge scene di sacrifici agli dei pagani. Il tema religioso richiama la pietas del committente. Nella sala sono esposti i tre arazzi superstiti del ciclo dei Mesi.
Sala dello Zodiaco
La sala prende il nome dai segni zodiacali raffigurati nelle lunette, di cui oggi sopravvivono solo quella dei Pesci e dell’Acquario, mentre al centro della volta in bassorilievo a stucco è rappresentata la Fenice. Il tema pittorico è quello dello scorrere ciclico del tempo.
L’appartamento della Principessa
Nell’ala di levante del palazzo, riattraversando la Loggia degli Eroi, si entra nell’appartamento della Principessa, dove le stanze si sviluppano in modo simmetrico a quelle dell’appartamento di Andrea Doria. Perin del Vaga nel decorare queste sale si ispirò a temi amorosi, per lo più tratti dalle Metamorfosi di Ovidio
Salone del Nettuno o del naufragio
Il primo ambiente che si incontra è quello del salone di Nettuno, dove un tempo sulla volta era raffigurato Nettuno che placa la tempesta dopo il naufragio di Enea. Ma l’utilizzo da parte di Perino della tecnica della pittura ad olio allo scopo di dare maggiore luminosità alla scena, ne causò un rapido degrado. Oggi della scena rimane solo un disegno conservato al Louvre.
Il soffitto è stato ridipinto nel 1845 da Annibale Angelini con uno sfondato architettonico illusionistico. Alle pareti sono appesi sei grandi arazzi, commissionati da Giovanni Andrea I, e realizzati su cartoni preparatori di Luca Cambiaso e Lazzaro Calvi, che ricordano episodi della battaglia di Lepanto.
Sala di Psiche
Pesantemente danneggiata dai bombardamenti che distrussero gran parte del soffitto, nelle lunette superstiti di questa sala è narrata la storia di Psiche e Amore, tratta da Apuleio. Qui è esposto il celebre ritratto di Andrea Doria di Sebastiano del Piombo, commissionato al pittore veneto da papa Clemente VII nel 1526 in occasione dell’incarico assegnato al Principe di comandante della flotta pontificia.
Sala di Aracne o delle Metamorfosi
Le immagini presenti sulla volta realizzate con una tecnica a secco e non ad affresco, raccontano la storia di Aracne narrata nelle Metamorfosi di Ovidio. In questa stanza si conserva un ritratto di Anna Pamphilj attribuito a Jacob Ferdinand Voet, celebre ritrattista barocco, eseguito in occasione del fidanzamento della principessa per permettere allo sposo di conoscerne per la prima volta le fattezze.
Sala di Fetonte
Nelle lunette della volta sono illustrate storie tratte dal mito di Fetonte, esempio di superbia punita. Attualmente la sala è una camera da letto.
Galleria Aurea
Il salone, fatto costruire da Giovanni Andrea I, riprende il modello delle gallerie allungate, con finestre in successione aperte su entrambi i lati di moda nella seconda metà del Cinquecento. Realizzato da Battista Cantone e Luca Carlone nel 1595, sostituì il Salone dei Giganti come principale sala di rappresentanza.
Nei riquadri centrali della volta Marcello Sparzo ha raffigurato i membri illustri della casata, fra i quali Andrea Doria mentre calpesta la testa di un Turco sconfitto, creando così un legame ideale con i personaggi rappresentati nella Loggia degli Eroi. Nella galleria sono esposti i ritratti dei membri della famiglia, delle sculture lignee dorate e dei tavoli da parete secenteschi, opera dello scultore genovese Filippo Parodi.
I giardini della Villa del Principe Doria
Gli splendidi giardini che un tempo circondavano la villa, vennero progettati da Perin del Vaga (a lui si deve anche il disegno della Fontana dei Delfini) e da Giovanni Angelo Montorsoli, al quale venne affidata la sistemazione di quelli a monte distrutti nell’Ottocento a causa della costruzione della linea ferroviaria. Quiera collocato in origine il complesso scultoreo del Satiro che cavalca un delfino e oggi visibile nei giardini a mare, ma l’elemento principale di questa parte del parco era una monumentale statua di Giove (alta 8 metri), allegoria dell’imperatore Carlo V. Rivolta verso il mare, guardava la statua di Nettuno centro focale dei giardini meridionali e allegoria dell’Ammiraglio Doria, realizzata da Taddeo Carlone; statue simbolicamente poste a protezione del palazzo.
A Giovanni Ponzello si deve la sistemazione definitiva dei giardini e la realizzazione due architetture “di delizia” capaci di meravigliare ogni ospite: una grande uccelliera lunga quasi cento metri e capace di ospitare migliaia di uccelli e una grotta-ninfeo decorata da mosaici e ancor oggi visitabile pur se al di fuori del complesso monumentale. Nel 1800 il Principe Filippo Andrea V e sua moglie Mary Talbot trasformeranno i giardini all’italiana in un giardino all’inglese, secondo il gusto romantico dell’epoca. Solo negli ultimi anni, grazie a un importante progetto di restauro si è recuperato il disegno originale del giardino Cinquecentesco meridionale.
L’ingresso ai giardini era gratuito fino a poco tempo fa, mentre ora bisogna recarsi in biglietteria (al primo piano) e pagare un piccolo contributo per accedervi.
Come raggiungere Villa del Principe
Villa del Principe è facilmente raggiungibile dal centro di Genova a piedi o in auto, anche se potrebbe non essere immediato trovare parcheggio nelle vicinanze.
Utilizzando i bus la fermata più vicina alla villa è quella nei pressi della Stazione Marittima, distante solo 300 metri dall’ingresso. Per chi arriva a Genova in treno, bisogna invece scendere alla stazione di Genova Piazza Principe per poi proseguire a piedi fino l’ingresso del palazzo, distante poche centinaia di metri.
Biglietti
È possibile acquistare i biglietti sul sito www.doriapamphilj.it oppure direttamente in biglietteria, all’ingresso del palazzo.
- Il costo del biglietto intero è di € 11,00, mentre per quello ridotto è di € 9,00 acquistabile da studenti fino ai 26 anni, over 65, soci FAI, soci Touring Club e soci Coop
- L’ingresso è gratuito per bambini fino ai 6 anni e giornalisti muniti di tesserino dell’ordine.
- È possibile anche visitare il ninfeo oggi presente al di fuori del complesso monumentale, prenotando la visita tramite il sito www.doriapamphilj.it
Orari di visita
La villa è aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00; l’ultimo ingresso è alle ore 17.00. I giorni di chiusura al pubblico sono il 1 gennaio, la domenica di Pasqua e il 25 dicembre.