Trekking e Vipere: come riconoscerle e come comportarsi

La paura di incontrare una vipera lungo i sentieri è abbastanza frequente tra chi passa molto tempo all’aria aperta. Purtroppo non sempre è possibile (o facile) individuare e riconoscere questo rettile, tanto meno capire come comportarsi. Purtroppo la disinformazione a volte può creare ansie e paure ingiustificate, e porta anche ad assumere degli atteggiamenti errati. Ho quindi scritto questo articolo tanto per voi quanto per me, per imparare ad identificare una vipera e conoscerne le caratteristiche. Tutto questo per capire come comportarsi in caso di incontro con una vipere quando si fa trekking.

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Vipere: impariamo a conoscerle

La vipera è l’unico rettile velenoso sul territorio italiano. È un animale a sangue freddo, quindi non ha la capacità di autoregolare la temperatura interna del corpo, come invece avviene per altre specie come i mammiferi e gli uccelli. Quindi la sua temperatura interna dipenderà dall’ambiente esterno.

Per questa ragione la vipera si può trovare sia di giorno che di notte, a seconda del periodo dell’anno e della zona climatica. Sarà più facile che in estate esca anche alle prime ore dell’alba, mentre in primavera ed autunno preferirà i momenti più caldi della giornata. In inverno invece subisce quella che viene comunemente definita latenza invernale, una sorta di letargo, in cui può rimanere addirittura fino a sette mesi, richiusa in una nicchia costruita nel terreno. Il periodo appena successivo al letargo è anche quello dell’accoppiamento, in cui i maschi danno vita a veri e propri combattimenti per conquistare la femmina.

Le vipere sono velenose? Come riconoscerle

In Italia esistono cinque specie di vipere velenose, che vivono e si riproducono in zone ben definite. È molto utile riconoscerne caratteristiche e grado di pericolosità. La vipera comune, conosciuta come aspide, si trova su quasi tutto il territorio nazionale, ad esclusione della Sardegna, fino a circa 2.500 metri di altezza. Il Marasso, tipico delle zone settentrionali, esemplare raro e poco diffuso. La vipera Orsini, che si trova esclusivamente sull’Appennino Abruzzese e Marchigiano. La vipera del Corno, nell’Italia Nord orientale che si contraddistingue dalla presenza di un piccolo corno sulla testa. Il suo veleno è il più pericoloso. La quinta specie, la vipera Walser, è la più rara, ed concentrata solo in alcune zone dell’Ossola, nelle valli del nord del Piemonte e nel Biellese.

Queste cinque specie hanno comunque una morfologia di base abbastanza comune, con caratteristiche simili, che quindi ci permettono di distinguerle da altre tipologie di serpenti. La vipera è abbastanza corta e tozza, difficilmente supera gli 80 cm di lunghezza. La testa è triangolare e a punta, mentre i serpenti in generale hanno una testa di forma ovoidale. La mascella superiore è caratterizzata da due canini mobili, lunghi ed appuntiti, che si ripiegano verso il palato quando la bocca è chiusa, e fuoriescono al momento dell’apertura per poter iniettare il veleno. Questi denti sono connessi alle ghiandole del veleno, e sono lo strumento con cui la vipera può iniettarlo. Le pupille sono verticali, molto sottili come quelle dei gatti. Il colore varia da specie a specie, ma di base e grigio, bruno, rossastro, spesso con macchie circolari, mai con colori vividi. La coda è corta. Il capo è ricoperto da numerose squame, minuscole. Hanno un udito poco sviluppato, ma sono estremamente sensibili ad ogni tipo di movimento.

sommatore - vipera berus
Vipera Berus

Differenza tra biscia e vipera

È facile confondere la vipera con la biscia in quanto sono due rettili apparentemente simili, ma che in realtà hanno delle caratteristiche ben definite che le contraddistinguono. La biscia è del tutto innocua. Spesso tuttavia, non sapendo riconoscere la differenza tra le due specie, si è portati a scappare o ad uccidere ogni tipologia di rettile, senza pensare alle conseguenze. La testa è il primo elemento che permette di distinguerle. La biscia ha una testa affusolata e le pupille rotonde, con una coda lunga e può arrivare persino a due metri di lunghezza. La sua dentatura non è provvista di veleno, e le prede vengono uccise tramite soffocamento oppure vengono divorate intere. È fondamentale capire che non è pericolosa per l’uomo, e se si viene morsi accidentalmente non viene veicolato alcun tipo di sostanza letale.

Dove vivono le vipere: il loro habitat

Le vipere prediligono i luoghi caldi ed asciutti, e tendono a posizionarsi su terreni soleggiati e sassi caldi. Essendo ovovipere, cercano di esporsi al sole caldo anche per accelerare lo sviluppo degli embrioni delle uova che tengono in corpo. Il loro habitat naturale è principalmente boschivo, con arbusti bassi o pietraie. Vivono sia in pianura che in montagna, fino ad un’altezza massima di 3000 metri.

Trekking: come evitare le vipere sul sentiero

È necessario fare una premessa: le vipere sono animali molto miti e per natura non attaccano mai l’uomo. Non sono aggressive, ma anzi tendono a scappare se vengono disturbate o se sentono movimenti bruschi ed impattanti sul terreno. Sfruttano il loro istinto mimetico per nascondersi, oppure si allontanano, cercando un rifugio sicuro. Se durante un trekking vengono calpestate tendono comunque a soffiare e sibilare, assumendo la classica posizione da combattimento, con la testa alta ed il corpo alzato, come in una spirale.

Sicuramente esistono degli accorgimenti da tenere in considerazione durante gite fuori porta nei boschi o in ambienti montani. Prima di tutto evitare di posare le mani per terra, soprattutto in zone poco pulite e sassose, in cavità o buchi, senza prima essersi accertati che non ci siano rettili. Non sdraiarsi in punti dove la vegetazione è particolarmente fitta. È utile indossare sempre scarpe da trekking idonee, che coprano possibilmente anche la caviglia e calze lunghe. Si consiglia di usare anche un bastone per battere il terreno, soprattutto su sentieri sporchi e molto sassosi. Le vipere infatti sono molto sensibili alle vibrazioni sul suolo e quindi tenderanno a scappare. Se ci si dovesse trovare di fronte ad un esemplare di vipera, basta fermarsi, non avvicinarsi e lasciare il tempo all’animale di allontanarsi autonomamente.

Come curare il morso di una vipera

Le vipere mordono l’uomo esclusivamente in caso di difesa e se toccate accidentalmente. Non attaccano mai, perché l’uomo non rientra nelle loro prede per cibarsi. Il morso è inconfondibile: si tratta di due puntini rossi a distanza di circa uno o due centimetri l’uno dall’altro. Intorno ai fori compare subito un alone rosso che tende a diventare sempre più scuro. Il dolore è molto forte e si concentra proprio nell’area dei puntini, dove è stato iniettato il veleno.

Il morso di una vipera normalmente non è letale. Le ricerche parlano di una tasso di mortalità bassissimo in Italia, diversamente da altre zone del mondo molto più popolate da serpenti velenosi. In alcuni casi, addirittura, pare che la morte sia dovuta allo spavento (quindi per infarto) piuttosto che per il veleno della vipera. Può però essere molto pericoloso e creare conseguenze gravi.

Il veleno che viene iniettato dalle vipere contiene sostanze tossiche e proteine enzimatiche che vanno ad agire direttamente sulla coagulazione del sangue e sui tessuti, ed in certi casi anche sul sistema nervoso. Questo perché la sua funzione è quella di immobilizzare la preda, ucciderla e cominciare ad ingoiarla. In realtà la sua pericolosità dipende da numerosi fattori, tra cui l’età e lo stato di salute del soggetto. I più fragili sono sicuramente bambini ed anziani, oltre a persone con patologie gravi o estremamente debilitate.

Su soggetti invece senza particolari patologie e con una vita sana il veleno iniettato è di una quantità troppo bassa per causare la morte, ma potrebbe provocare altre conseguenze, a causa della sua azione emotossica, cioè capacità di agire sul sangue e sui tessuti e determinare emorragie interne o necrosi epiteliali dove si è verificato il morso.

Vipera Marasso
Il Marasso

Gli effetti del morso sono abbastanza tipici, e vanno da un semplice bruciore, gonfiore, fino appunto alla necrosi locale dei tessuti. In realtà gli effetti sono diversi a seconda del tipo di vipera. Il veleno dell’aspide può causare anche vertigine, difficoltà a deglutire, debolezza dei muscoli facciali.

È importante in caso si venga morsicati sapere esattamente cosa fare ma soprattutto cosa non fare per evitare che la situazione peggiori. Prima di tutto allertare immediatamente i soccorsi. Non bisogna assolutamente incidere la zona del morso, perché si corre il rischio di velocizzare il trasferimento del veleno verso i vasi sanguigni. Non succhiare il veleno, potrebbe essere rischioso. È importante evitare di agitarsi o di correre. Il ferito dovrebbe essere immobilizzato, in modo da evitare che il veleno si diffonda più rapidamente.

Non somministrare il siero antivipera, che potrebbe essere ulteriormente più dannoso. Il siero infatti ha un efficacia quasi nulla, e anzi potrebbe causare degli effetti collaterali come reazioni anafilattiche. In siero antivipera non si può più trovare in farmacia come farmaco da banco, ma dal 2003 può essere utilizzato solo negli ospedali. Infatti può venire somministrato solo da personale medico, se necessario, e sotto stretta sorveglianza. Non assumere alcool o antidolorifici che hanno un effetto vasodilatatore. Sicuramente il consiglio più utile è quello di mantenere la calma e non farsi prendere dal panico, attendendo i soccorritori che sono assolutamente formati per risolvere al meglio la situazione.

I miti sulle vipere

Sfatiamo i miti sulle vipere. Sono tante le dicerie sulle vipere, che spesso non fanno altro che alimentare la paura ed immaginare questi esseri ancora più pericolosi di quelli che in realtà sono. Esistono leggende che parlano di vipere lanciate dagli elicotteri allo scopo di ripopolare l’ambiente, oppure di esemplari che partoriscono sugli alberi per poi cadere sulla testa di poveri malcapitati che passano sotto. Nulla di più falso. Le vipere per loro struttura fisica non sono in grado di arrampicarsi su alberi, né tanto meno di salire su cespugli o arbusti. E nessun programma di reintroduzione della specie è mai stato approvato, né in Italia, né all’estero, tanto meno tramite elicotteri militari.

Le vipere sono animali da rispettare, utili all’ecosistema in quanto si cibano di topi e roditori. Per questo è importante conoscerne le caratteristiche, non sottovalutarne la pericolosità, ma essere consapevoli del fatto che il morso è letale solo in rari casi.

Come gestire il morso di una vipera sul cane

Se si ama fare trekking con il cane è necessario prestare attenzione, soprattutto nei periodi dalla primavera all’autunno, perché un morso di vipera può essere davvero pericoloso. I cani tendono ad annusare nell’erba, tra le foglie e tra i sassi e la probabilità di essere morsi aumenta. Non tutti i morsi sono logicamente letali anche per i cani, in quanto dipende dalla quantità di veleno, dalla grandezza del cane e anche dalla zona colpita, zampa, muso, corpo.

Cosa fare se succede? Come per l’uomo è fondamentale chiamare i soccorsi, il centro veterinario più vicino, e spiegare l’accaduto. Cercare di muovere l’animale il meno possibile, non incidere la ferita, non usare cortisone o alcool, ma disinfettare con un po’ di acqua ossigenata.

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